CRISI | ETICA | INNOVAZIONE

Presentazione della breve ricerca che, analizzando l’architettura dal Bauhaus agli anni della rivoluzione informatica, focalizza l’attenzione sulle tre parole chiave (Crisi, Etica, Innovazione) e infine esplora il tema contemporaneo de “L’architettura dell’accoglienza”

Redatta da Pascal Federico Cassaro e Andrea Ariano

Keyword: Crisi, Etica, Innovazione, Accoglienza, Architettura

Fai clic per accedere a crisi-etica-innovazione_cassaro-ariano.pdf

Scheda Libro: Labirinti Mediterranei – Alexis Tzompanakis

Titolo : Labirinti Mediterranei

Sottotitolo: tessuto, paesaggio e spazialità tra europa e periferia ellenica

Autore: Alexis Tzompanakis

Anno : 2012

Casa editrice : Alinea editrice, Firenze

Il testo si pone l’obiettivo di analizzare una specificità, quella della spazialità ellenica, nell’ambito della condizione post moderna, partendo da una rilettura del Moderno che ipotizzi l’esistenza di una pluralità di moderni le cui diverse declinazioni si riflettono nella compresenza di duplici realtà, quella centrale e quella periferica, nella sua specifica declinazione dell’ambito ellenico / mediterraneo.

La dissoluzione delle Grandi Narrazioni della condizione post moderna teorizzata da Lyotard pone le basi per una dissoluzione della visione monolitica della storia che si trasforma in una molteplicità di “piccole narrazioni“, introducendo il concetto fondamentale di relatività, secondo cui ogni luogo è al tempo stesso “centro del se è periferia di un altrove”. Tra le piccole Narrazioni, quella Mediterranea, complementare alla narrazione occidentale, a sua volta declinabile in una pluralità mediterranea data dalla presenza delle diverse culture.

Il testo, partendo dal dualismo premodernita-modernita, periferia è centro, lunghe durate e fuga in avanti, mediterraneo e Europa, locale e globale, ne analizza il risultato di carattere di ibridazione della metropoli contemporanea dato dal sincretismo di questi caratteri antitetici già presenti nel mito, luogo dell’epifania del conflitto per eccellenza.

In quest’ottica, la specificità mediterranea/ ellenica è emblematica di una spazialità instabile e labirintica data proprio dall’ibridazione del carattere premoderno, locale delle forme di vita tradizionali scandite dal tempo delle lunghe durate e dalle dinamiche forme di vita moderne, da cui scaturisce una modernità ibrida.

Analizzando questa specificità attraverso diversi sguardi, dal rapporto processuale con l’antichita di Schinkel all’insieme fratturato di lecorbusieriana memoria fino a quello proiettato di Pikionis e agli spazi intermedi e alle soglie multiple di Kostantinids fino al concetto di campo del Team X, il testo analizza le concezioni spaziali fenomenologiche e il rapporto con il contesto/paesaggio che hanno caratterizzato la ricerca architettonica ellenica fino ad oggi, analizzando le componenti che hanno contribuito alla mancata assimilazione del Moderno nella sua pienezza,innescando nuove e aperte riflessioni sulla città contemporanea.

CITAZIONI:

“il Mediterraneo non è, quindi, ne pura storia né mera geografia; (…) esso assomiglia sempre più a un ipertesto, a una corografia soggettiva e policentrica che disegna città, porti, territori, registrandoli su un Portolano di vie marittime e terrestri in cui ogni luogo è al tempo stesso centro del sé e periferia dell’altrove “

KEYWORD: Mediterraneo; centro è periferia

“il mito è il luogo dell’epifania del conflitto e il sincretismo ne è il prodotto. Esso si inscrive all’interno di una dialettica incessante che possiede, sin dall’epos tragico, il valore complesso dell’opera aperta. (…) Dualità dialettiche e conflitti : permanenza e impermanenza, ordine e caos, spazio pubblico e spazio privato, divinità olimpiche e ctonie, apollineo e dionisiaco; questa dialettica tragica tra equilibri instabili costituisce in nuce l’identità europea e da anche la cifra della contemporaneità. Tra le pieghe dell’identità europea si possono scorgere quelle specificità che la innervano “

KEYWORDS: Sincretismo, Dualità dialettiche, specificità.

“con il progetto per l’Acropoli, Schinkel riesce a dimostrare che il passato non offre nessun insegnamento se l’invenzione non lo interpreta. Le giustapposizioni di edifici che Schinkel e Piranesi collezionando, danno luogo ad una città fatta di addizioni e frammenti aggregati in maniera paratattica senza ordine o gerarchia. È una struttura ampliabile all’infinito ma priva di una legge di sviluppo. “

KEYWORDS: Passato,frammenti.

“l’Acropoli è, per Le Corbusier, un’unica immensa metafora che non ambisce ad alcuna sintesi, ma intende esplorare le possibilità formali offerte dalle molteplici condizioni di equilibrio;all’interno di esse il conflitto non viene mediato, ma vissuto nella pienezza delle sue contraddizioni e delle sue instabilità

KEYWORDS: Conflitto, contraddizioni, instabilità

Tre Parole “chiave” di lettura

INNOVAZIONE_SPERIMENTAZIONE_EFFICIENZA

“La passione oggettiva, di analisi e di indagine, che gli ingegneri nell’Ottocento avevano applicato alla costruzione, si rivolge ora ai principi organizzativi del tema dei temi: la casa a basso costo.
Il mondo meccanico e industriale è diventato in questi anni di profondo cambiamento il generatore non solo di nuove risposte costruttive (la struttura per punti, la standardizzazione, l’eliminazione della decorazione) e utilitaristiche (i nuovi programmi sociali sulla casa operaia, i quartieri, l’industria, l’igienicità, la produzione in serie) ma anche di nuove concezioni spaziali. In Gropius attraverso una concezione meccanica e oggettiva che si rivela nella trasparenza. In Le Corbusier in uno spazio carico di tensioni tra un passato arcaico e la civiltà delle macchine, in Mendelsohn in un mondo curvilineo in cui le forme architettoniche diventano eventi di un infinito processo dinamico, in Mies in una ricerca che rompe ogni confine tra interno ed esterno tra oggetto e spazio, in Ginzburg nella consapevolezza che i progressi dell’architettura sono anche dovuti a un’applicazione scientifica, oggettiva che simuli i processi dell’industria e della scienza per tentare di far avanzare, attraverso nuovi sistemi organizzativi, la vita di tutti gli uomini.
Tutto questo si condensa in soli sei anni. Nei sei anni che segnarono la rivoluzione dell’architettura e ne cambiarono completamente tutte le coordinate rispetto al passato.”

da ANTONINO SAGGIO (2010), Architettura e Modernità. Dal Bauhaus alla rivoluzione informatica, Carocci, Roma

“Il vetro e l’acciaio diventano il simbolo del nuovo stile che funziona bene anche perché è più economico, più efficiente dei precedenti. Il valore dello stile, nel paese del business, passa al primo posto rispetto ai contenuti. Ed è perseguito anche in quanto internazionale e rappresenta implicitamente la libertà di imprenditoria e del mercato.

Rockefeller Center, Raymond Hood, New York 1939
Glass House, Philip Johnson, New Canaan 1949
Padiglione Finlandese, Alvar Alto, New York 1939

“Se si pensa a un’opera chiave dell’architettura italiana è difficile non riferirsi a quest’edificio (Scuola materna Sant’Elia) che raccoglie in sé tutta la tensione rinnovatrice della nuova architettura nelle sue tre componenti fondamentali. Il programma sociale (un servizio per l’infanzia non nei quartieri alti e ricchi, ma nell’espansione operaia di Como); l’innovazione tecnica e funzionale (le grandi pareti trasparenti, le lame orizzontali per la vista e verticali per la luce, la struttura puntiforme, l’arredo originale suscettibile di una produzione in serie).
E l’arte. Una compenetrazione tra natura e architettura che introiettando l’essenza luministica e spaziale della prima fa vibrare la costruzione nell’atmosfera. Terragni usa tutti i temi della rivoluzione della nuova architettura, li combina sottilmente con la sua cultura e la sua storia. Fa l’opposto di un’architettura internazionale, non perché insegua una dimensione locale o regionale, ma perché nel suo cercare ritrova l’arte che si impone da sé, universalmente.”

da ANTONINO SAGGIO (2010), Architettura e Modernità. Dal Bauhaus alla rivoluzione informatica, Carocci, Roma

“La crisi che fronteggiano gli architetti più sensibili in questi anni è come coniugare le rivoluzionarie conquiste delle avanguardie (astrae zione, dinamicità, efficienza, nuovi valori etici e costruttivi) con un sentire individuale, personalizzato, con un radicamento individuale e quindi per forza di cose “storico”. Come declinare cioè nei casi di, versi quei principi generali al fine di evolverli e non di staticizzarli per non farli divenire solo regole ma veri e propri enzimi poetici.”

da ANTONINO SAGGIO (2010), Architettura e Modernità. Dal Bauhaus alla rivoluzione informatica, Carocci, Roma

“Dopo aver realizzato centinaia di costruzioni domestiche e sperimentato per quarant’anni schemi e combinazioni planimetriche e volumetriche, Wright arriva a un punto. Una geometria di base è sempre da tenere a portata di mano nel progetto residenziale. Si tratta dello schema a “L”. Grazie alla sua “doppia direzione”, la “L” è: 1. estendibile nel tempo (basta ampliare l’edificio lungo le sue braccia); 2. suddivisibile in due ambiti d’uso (uno notte e uno giorno); 3. spazialmente articolata nei rapporti con l’esterno (con un ambito interno, raccolto e domestico, e un perimetro esterno potenzialmente chiuso e protettivo); 4. logicamente orientabile rispetto all’irradiazione solare e al clima (vista la sua struttura chiusa/aperta).
Sono quattro componenti ottenute già “in nuce”, con l’unico mezzo della configurazione geometrica e che del tutto naturalmente conducono all’ultimo punto: 5. l’insita efficienza economica dello schema che evidentemente non è assoluta, ma relativa ai numerosi dareavere che la configurazione geometrica presenta.”

da ANTONINO SAGGIO (2010), Architettura e Modernità. Dal Bauhaus alla rivoluzione informatica, Carocci, Roma
L’Unité d’Habitation, Le Corbusier, Marsiglia 1947

“Le Corbusier guarda contemporaneamente in più direzioni. Da una parte sente il bisogno di sistematizzare, di regolare, di studiare scientificamente. Lo fa negli anni di chiusura forzata della guerra (come molti altri architetti che riprogettano un nuovo modo di essere attraverso l’ideazione di nuovi sistemi di costruzione e di progettazione, lo stesso fanno Pagano prima della morte a Mauthausen, o Libera o Ridolfi). Nascono in questo contesto gli studi del Modulor….”

da ANTONINO SAGGIO (2010), Architettura e Modernità. Dal Bauhaus alla rivoluzione informatica, Carocci, Roma

“Ma la più forte particolarità del suo lavoro (Torroja) è la capacità di legare il ragionamento sulla forma, spesso ricercata in soluzioni plastiche affascinanti, con la perfetta conoscenza delle modalità realizzative e di calcolo.”

da ANTONINO SAGGIO (2010), Architettura e Modernità. Dal Bauhaus alla rivoluzione informatica, Carocci, Roma